Dopo un percorso di consultazione territoriale avviato in primavera, il 16 agosto scorso il GAL Alto Bellunese ha presentato alla Regione Veneto la nuova Strategia di sviluppo locale, denominata TRACCE. La Strategia, definita nell’ambito di un Programma di Sviluppo Locale (PSL) frutto di confronto e condivisione con i portatori di interesse del territorio, è ora candidata a ricevere 6,4 milioni di euro stanziati a livello regionale nell’ambito della programmazione LEADER 2023-2027, attraverso il cofinanziamento del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR).

Il titolo TRACCE sta per Territori Resilienti e Accoglienti per Comunità CoesE. La traccia è il segno di un passaggio, il primo stadio di un sentiero, l’inizio di un cammino. E a questo ambisce la nuova Strategia di sviluppo locale dell’alto Bellunese: segnare una via, cominciando a tracciarla. L’obiettivo ultimo, che il GAL si propone di raggiungere assieme agli attori pubblici e privati dell’area, è rendere il suo territorio più attrattivo all’esterno e più vivibile per i suoi abitanti.

“Le azioni previste dal PSL da poco presentato in Regione sono state scelte e ideate assieme ai nostri soci, ai portatori di interesse e ai cittadini che popolano l’area – afferma il Presidente del GAL, Mauro Soppelsa – proprio secondo i principi ispiratori dell’approccio LEADER, in base al quale i bisogni locali devono essere individuati insieme a chi il territorio effettivamente lo abita, per poi pianificare le azioni di sviluppo tenendo conto delle reali necessità e dei vantaggi competitivi dell’area. Per questo desidero ringraziare tutti coloro che nei mesi scorsi hanno dato un loro contributo nel definire questo importante documento programmatico, che intende guidare l’azione del GAL nel prossimo quinquennio”.

Le criticità rilevate nel corso della consultazione territoriale – dallo spopolamento alla mancanza di servizi, dal problema abitativo alla scarsa attrattività lavorativa, dalla carenza di spazi e occasioni di aggregazione alla fragilità ambientale – hanno contribuito a definire gli obiettivi della Strategia di sviluppo locale 2023-2027.

“Il GAL non si è limitato naturalmente a definire degli obiettivi generici per il suo territorio, ma li ha tradotti in un piano d’azione concreto che prevede, per il periodo 2023-2027, l’impiego dei fondi pubblici – poco più di 6,4 milioni di euro – da destinare ad una serie di interventi di sviluppo. Se la Strategia sarà ritenuta meritevole del finanziamento regionale, gli interventi saranno realizzati nel corso del prossimo quinquennio, soprattutto attraverso l’emissione di bandi pubblici, aperti di volta in volta a imprese, enti pubblici, fondazioni o associazioni non a scopo di lucro”, così spiega il direttore del GAL, Marco Bassetto.

Il GAL Alto Bellunese ha scelto di investire su diverse tipologie di interventi: sono previsti fondi per attivare e/o implementare servizi di base per la popolazione, per sostenere nuove start up imprenditoriali extra agricole, per investimenti produttivi in attività commerciali, artigianali e di servizio, per contribuire al rafforzamento delle imprese agricole professionali e non, per costituire forme associative private e pubblico-private volte alla valorizzazione di asset locali, quali le foreste, e l’erogazione di servizi alla popolazione attraverso i mezzi e gli strumenti dell’agricoltura.

Infine, la Strategia prevede l’attivazione di tre “Progetti di Comunità”, un nuovo strumento introdotto nel 2023-2027 dalla Regione Veneto, che consiste nella realizzazione di una serie di interventi tra loro integrati, per implementare dei servizi e insieme stimolare lo sviluppo dell’occupazione in risposta alle esigenze espresse dal territorio. Questi progetti complessi interesseranno l’Unione Montana Agordina, dove è prevista l’attivazione di un centro di accoglienza “Dopo di noi” per persone con disabilità, come pure le Unioni Montane del Centro Cadore e del Comelico, ambiti in cui il GAL intende sostenere investimenti per favorire la residenzialità di personale operante nel settore pubblico, così da garantire le risorse umane necessarie ad erogare importanti servizi essenziali per gli abitanti dell’area.